lunedì 25 novembre 2013

VERSO MANIFESTAZIONE


Sabato 30 novembre ore 14 
stazione FS di Santa Lucia 
 manifestazione regionale a Venezia

Giornata di mobilitazione regionale in difesa della qualità della vita
NO GRANDI OPERE – NO CONSUMO DI SUOLO
PER LA DEMOCRAZIA E I BENI COMUNI
PER IL DIRITTO DI RESPIRARE, LAVORARE, VIVERE IN VENETO


La Terra non ce la fa più: ha bisogno di un anno e mezzo per recuperare quello che le viene sottratto in un anno. “Il clima impazzito sconvolgerà il pianeta. Siamo vicini al punto di non ritorno” (Ipcc-Onu 2013). E il Veneto è una delle regioni più inquinanti e inquinate d’Europa.

L’inquinamento atmosferico, prodotto da traffico, inceneritori, cementifici, centrali termoelettriche, industrie nocive, grandi navi, avvelena l’aria: la peggiore d’Europa.

Cementificazione e asfaltatura del suolo impoveriscono le campagne, provocano frane e alluvioni, distruggono il paesaggio e un patrimonio storico ed ambientale di valore inestimabile.

Eccessivi prelievi d’acqua inaridiscono i fiumi, provocando l’avanzamento del cuneo salino, e l’abbassamento delle falde acquifere.

Col sistema del “project financing” banche e grandi imprese succhiano miliardi di risorse pubbliche. Per i cittadini questo significa solo debito, aumenti di tariffe per i servizi e per pedaggi speculativi.

I cittadini e i Comuni non contano più nulla poiché la Regione ha azzerato la pianificazione urbanistica riducendola ad un incredibile delirio di autostrade e “progetti strategici” (mega-poli commerciali direzionali), mentre le verifiche ambientali sono ridotte a pura formalità.

Gli abitanti del Veneto sono da anni impegnati in una moltitudine di vertenze locali, volte a salvaguardare la vivibilità del territorio. Cittadine e cittadini di buona volontà si sono finalmente riuniti per chiedere una urgente inversione di rotta:

§ Fermare subito le “grandi opere” inutili e dannose (nuove autostrade e linee TAV, carbone nella centrale di Porto Tolle, MOSE, scavo nuovi canali in laguna, nuove scogliere e false barene-discariche);

§ Allontanare definitivamente le “grandi navi” dalla Laguna;

§ Liberare il territorio dalle servitù militari

§ Finanziare i Comuni, anche con la Cassa Depositi e Prestiti per manutenzione, messa in sicurezza, riqualificazione energetica di edifici pubblici e territorio – vera grande opera necessaria - dando lavoro alle piccole e medie imprese

§ Riconversione ecologica delle città, delle industrie e dell’agricoltura per creare buona e stabile occupazione

§ Gestione pubblica e partecipata, senza profitti in bolletta, di acqua e servizi pubblici – No allo sfruttamento indiscriminato delle risorse idriche

§ Fermare la privatizzazione della sanità: i “project financing” ospedalieri sottraggono risorse pubbliche alla prevenzione e alle prestazioni sanitarie

§ Stop al consumo di suolo agricolo : cambiare la legge urbanistica regionale e il nuovo PTRC – Piano Territoriale Regionale - per tutelare il patrimonio storico, culturale e paesaggistico, attuando finalmente e per intero il Codice nazionale del Paesaggio.

§ Basta con il ricorso alla “legge obiettivo” e ai commissari straordinari

§ Basta con inceneritori, cave e discariche – Incentivare riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti

§ Stop a nuove autostrade, strade, raccordi e poli commerciali che desertificano i nostri centri, distruggendone il tessuto sociale e le attività economiche: investire per recuperare aree ed edifici da bonificare e riqualificare (a partire da Porto Marghera) per attività innovative.

§ Investire non in autostrade e Alta Velocità, ma in rinnovo e potenziamento delle ferrovie esistenti con un piano integrato di vera intermodalità. Favorire il trasporto pubblico locale e regionale (SFMR). Favorire la mobilità ciclo-pedonale. Spostare il trasporto merci dalla gomma alla rotaia.

§ Ricostruire gli organismi di valutazione e controllo ambientale per renderli indipendenti dai poteri politici ed economici: eliminare i conflitti d’interesse e di competenze e la concentrazione di tutti i poteri (di Piano, progetto, valutazione, attuazione e controllo) in una sola figura.

§ Garantire pubblicità e trasparenza ai lavori delle Commissioni d’inchiesta del Consiglio regionale sulla “finanza di progetto” e le aziende regionali, innanzitutto su Veneto Strade SpA

§ Smantellare l’intreccio politica-affari oggi all’attenzione della Magistratura

§ Difesa della Costituzione e delle assemblee elettive, contro ogni tentazione presidenzialistica. Partecipazione piena dei cittadini alle decisioni e ai controlli.

I comitati e i movimenti, le associazioni e i gruppi di cittadinanza attiva operanti in Veneto invitano tutte e tutti a far sentire la loro voce e a partecipare all’iniziativa.

lunedì 11 novembre 2013

APPALTI PUBBLICI E INTERESSI PRIVATI. I mali d'Italia a Verona?

Martedì 12 novembre  ore 21 a Sezano incontro preparazione settimana

Venerdì 15 NOVEMBRE - sala Marani ore 20,45 Appalti pubblici e interessi privati. I mali d'Italia a Verona?
Interverranno

Ing. Ivan Cicconi : esperto di appalti pubblici
Dr. Renzo Mazzaro: giornalista, autore de “I Padroni del Veneto”, Ed. Laterza
Dr. Guido Papalia già procuratore generale di Brescia è di Verona
Dr. Alfredo Robledo procuratore aggiunto di Milano coordinatore delle indagini anticorruzione

Modererà l’incontro
Dr. Paolo Biondani giornalista de l’Espresso

notizia su VERONA IN
pagina Facebook - no traforo

sabato 16 NOVEMBRE  giornata di mobilitazione nei territori - per Verona Gran Guardia ore 14,30

sabato 30 NOVEMBRE  a Venezia manifestazione Regionale

PROSEGUE TUTTI i MERCOLEDì il digiuno COLLETTIVO (vedi pagina calendario)

giovedì 31 ottobre 2013

VAJONT SENZA FINE

venerdì 8 novembre 2013 ore 20,45

su VERONA IN
su VERONAGREEN

Santa Maria in Chiavica - Verona
Digiunoterritorio.blogspot.it
Organizza la serata evento
Vajont senza fine
predatori del territorio sempre all’opera
“spettacolazione” tratta da Vajont edizioni BeccoGiallo
il racconto a fumetto della più grande strage del dopoguerra esce dalle pagine e provoca la memoria e l’azione
sceneggiatura di Francesco Niccolini
disegni e tavole di Duccio Boscoli

voci e lettura di
Carlotta Francescon

e Pietro Fraccaroli
(Punto in Movimento/Shiftingpoint)

didjeridu
Giorgio Corso

Ingresso teatralizzato
a cura di
MURMUREteatro

Ingresso libero
Fino esaurimento posti

giovedì 24 ottobre 2013

INCONTRO PREFETTO


COMUNICATO STAMPA 24 OTTOBRE 2013
DIGIUNOTERRITORIO INCONTRA LA PREFETTO

Alle ore 17 di mercoledì 23 ottobre, una delegazione del gruppo spontaneo “Digiunoterritorio” (Giannina Dal Bosco, Paolo Cavanni, Fiorenzo Fasoli, Elisa Nalin, Pasquale Saturni, Cristina Stevanoni, Giampaolo Ventoruzzo)  è stata ricevuta dalla Prefetto di Verona, dottoressa Perla Stancari. L’incontro era stato chiesto anche in vista del 50esimo anniversario della catastrofe del Vajont, avvenuta il 9 ottobre del 1963, perché questa data avrebbe dovuto ricordare, sia alla cittadinanza e sia a chi l’amministra o la governa, con quanto sacrificio di vite umane e con quanto sperpero di risorse si sia attuato il cosiddetto progresso nel nostro paese.
Alla Prefetto è stato ricordato come ci sia, all’origine del percorso fin qui intrapreso da un gruppo di cittadine e cittadini di Verona e provincia, la decisione di don Albino Bizzotto, dei Beati costrutori di Padova: il prete, che ha sempre dato il suo fattivo contributo alle iniziative contro la guerra (tutti ricordano le “Arene di pace” da lui volute alla metà degli anni ’80), ha preso atto della particolare guerra che si è consumata nel Veneto ai danni del territorio e ha digiunato ininterrottamente per 14 giorni, a partire dal 16 agosto scorso, per chiedere alle autorità competenti, e in primo luogo a quelle regionali, che sia decretata la moratoria delle grandi opere, che sia bandito l’affidamento di opere pubbliche in project financing, e, più in generale, che si prenda atto dello stato di crisi in cui versa il pianeta terra. Crisi a cui la regione Veneto contribuisce in massimo grado, essendo la regione italiana che consuma più suolo agricolo, dopo la Lombardia.
Si è ricordato alla Prefetto che il gruppo “Digiunoterritorio” ha digiunato a staffetta a partire dal 16 settembre, forte di adesioni che hanno superato il centinaio di persone, e che poi, a partire dal 23 settembre e fino ai primi  di ottobre, è stato in piazza Erbe con un suo bancheto informativo e comunicativo, chiuso ogni giorno con la pubblica lettura di testi significativi e altamente simbolici (La speculazione edilizia di Italo Calvino, l corvi di Erto e Casso di Armando Gervasoni). Ricordando le varie criticità del territorio veronese, sia quelle urbane e sia quelle della provincia, si è dimostrato alla Prefetto, dati alla mano, come le opere edificatorie, a vario titolo intraprese, siano non solo dannose, ma anche inutili e pericolose a tutti i livelli, non ultimo perché potrebbero essere frutto di operazioni illecite o malavitose. Si è ricordato alla Prefetto come la gestione di tali opere, a livello pubblico, sia priva di trasparenza, e come sia difficile, e talvolta impossibile per i comitati e le associazioni che vorrebbero ‘bucare’ il velo di opacità, trovare ascolto presso le amministrazioni, e promuovere con esse un fattivo confronto. Considerando tutto questo, è stato segnalato alla Prefetto, non senza profonda preoccupazione, come non solo il territorio sia sottoposto a deterioramento, ma anche il patto democrato su cui si regge la convivenza civile nel nostro paese.
La Prefetto, di fronte alle dettagliate segnalazioni dei presenti, si è impegnata a considerare con la debita attenzione tutti i dati che le verranno forniti via mail, in particolare quelli relativi alla Centrale a biomasse prevista a S.Pietro Incariano, al centro residenziale commerciale di Pestrino Palazzina, alle lottizzazioni, e alle progettazioni viarie e autostradali.
La Prefetto è stata invitata a partecipare alla serata in ricordo della tragedia del Vajont che si terrà venerdì 8 Novembre alle ore 20,45, presso l’ex chiesa di Santa Maria in Chiavica, promossa dal coordinamento Digiunoterritorio. 

foto: frana Alcenago (da http://www.veramente.org/wp/?p=7577) cronaca di ieri cronaca di oggi.

venerdì 18 ottobre 2013

VERONA IN FIERA

I PARCHEGGI DI FRONTE ALLA FIERA.

La giunta comunale di Verona sta sciupando, anzi ha già sciupato,  l’opportunità di progettare una porzione di città, la cosiddetta Verona sud, che avrebbe potuto aumentare la qualità urbana dell’intero territorio cittadino.
Il tentativo di scorporare l’area di Verona sud dal resto del territorio veronese per considerarla come la zona di maggiore attrattiva per le attività speculative, era iniziato negli anni ottanta e definito con il famoso piano Barbin, quando la città era governata dalla D.C. e dal P.S.I.; proseguito poi durante le due amministrazioni Sironi e nella prima amministrazione di centro sinistra guidata dal sindaco Zanotto; la giunta Tosi - Giacino ha concluso,  peggiorandolo, un vecchio disegno speculativo.  
Da un primo e sommario calcolo si evince che saranno realizzati complessivamente sull’intera zona, circa quattro milioni di mc, di cui circa un milione di edifici residenziali e circa tre milioni tra direzionale, commerciale e alberghiero.
Nessun intervento è stato ipotizzato per migliorare e riequilibrare la qualità urbana della zona, ma solo per fare cassa. Nella stessa area del deposito merci delle Ferrovie, dove si potrebbe realizzare un grande parco urbano, con benefici ambientali e climatici e servire come elemento di ricucitura tra le zone sud ed ovest della città, si ipotizzano nuove strade, nuovi parcheggi e nuove costruzioni.  Come sostiene Sergio Mantovani, va tenuto conto che il quartiere vanta un credito di 300.000 mq di verde, ottenuto con le licenze edilizie. Si perde l’opportunità di realizzare un parco per costruire parcheggi che già esistono di fronte alla fiera, ma che la politica urbanistica del duo Tosi – Giacino, intende ridurre per permettere la realizzazione di un nuovo polo commerciale di 8.500 mq.
La zona della fiera avrebbe bisogno di essere decongestionata e non aggravata di altro traffico.
Ancora una volta si è voluto accogliere la richiesta di un gruppo privato, senza considerare la complessità dell’intero territorio comunale con le relative esigenze e necessità.
Anziché redigere un piano cui i differenti operatori si sarebbero dovuti adeguare; la pubblica amministrazione ha preferito accogliere le varie richieste dei privati, realizzando una sorta di eterogeneo abito di arlecchino, che in futuro procurerà parecchi squilibri al territorio. In quinta circoscrizione, l’87% del totale delle aree nel Piano degli Interventi, per quasi 435.000 mq, sono commerciali. Sono previsti centri commerciali alle ex Cartiere, alla Manifattura Tabacchi, alle  Officine Adige,  all’ex Biasi con l’Ikea, alla Palazzina e in altre zone della quinta circoscrizione.
Nel momento in cui si è deciso di lasciare la fiera nella sua sede attuale, sarebbe stato necessario dotarla di spazi e di servizi adeguati per permetterle di essere competitiva con le altre sedi nazionali ed europee. Il rischio è di perdere  manifestazioni importanti come il Vinitaly.
Queste scelte non sono giustificate neppure dall’esigenza di fare cassa. Gli errori e gli eccessi saranno pagati in futuro dalla collettività in modo più gravoso e pesante di quanto il Comune abbia incassato.
L’assessore sostiene che solo un terzo dell’area, 8.500 mq, sarà ceduto, ma non considera tutto il flusso di traffico che un  altro polo commerciale attirerà di fronte alla fiera. Il consigliere Bertucco ha fatto notare che in  tutta la provincia di Verona, attualmente, le aree commerciali occupano 144.000 metri quadri e che nella sola Quinta Circoscrizione, quella di Verona sud, il Piano degli Interventi ne prevede adesso altri 432.233.


Giorgio Massignan (pres. prov. Italia Nostra)                                           Verona 18. 10. 2013  

mercoledì 16 ottobre 2013

RILANCIO

verificato la positività dell'iniziativa e la necessità di rilanciarla per preparare la manifestazione regionale prevista per sabato 16 novembre a Venezia. Durante l'incontro di martedì 15 ottobre abbiamo concordato quanto segue:

di dare avvio a un digiuno collettivo settimanale: abbiamo scelto il giorno del mercoledì (23 e 30 ottobre e 6-13 novembre) le adesioni verranno, come ormai consueto, calendarizzate e riportate sul Blog.
  1. abbiamo ritenuto di sperimentare una nuova forma di azione/sensibilizzazione : il cammino. abbiamo individuato nel pomeriggio del sabato 9 novembre la giornata per realizzarla. Per preparala ci siamo dati appuntamento per mercoledì 30 ottobre ore 21 a Sezano.
  2. abbiamo pre-prenotato Santa Maria in Chiavica per venerdì 8 novembre per una serata dedicata alla memoria della tragedia del Vajont (come ulteriore momento di preparazione alla manifestazione regionale)
per venerdì 15 novembre è stato preannunciata un importante convegno/incontro sul project financing

mercoledì 23 ottobre alle ore 17 una delegazione incontrerà il Prefetto per illustrargli il significato della nostra iniziativa.

sabato 19 ottobre saremo presenti a Padova presso sede dei Beati i Costruttori per un incontro di coordinamento regionale.

foto: nuovo skyline Verona, città fortificata, tutelata dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità e le future Torri direzionali nell'area delle ex cartiere, (alte rispettivamente 112,77 e 120,90 metri, che con l'antenna sul tetto arriverà a 140,50!) 

mercoledì 9 ottobre 2013

APRA

9 ottobre 1963 ore 22,39 Vajont 

APRA (Audizioni Pubbliche Regionali sull'acqua)
3 incontro - Acqua e politiche regionali
Lunedì 14 ottobre, dalle 9,30 alle 13,30, presso la sede della Provincia di Verona - Loggia di fra  Giocondo.
programma
  • Assemblea dei digiunatori e sostenitori MARTEDì 15 Ottobre ore 21 a Sezano presso il Monastero del Bene Comune
  • appuntamento con il Prefetto per mercoledì 23 ottobre ore 17,00

10 ottobre davanti alla stazione di Porta Nuova (VR) prima presentazione del libro Il Grande Vajont

martedì 8 ottobre 2013

DA RIASCOLTARE E RILANCIARE

DON ALBINO incontro a San Pietro in Cariano 6 ottobre 2013

LUCA MARTINELLI e MASSIMO TOTOLA

I COMITATI

Giovedì 10/10 presso la Feltrinelli Express (Stazione Porta Nuova) presentazione de: Il Grande Vajont di Maurizio Reberschak, Cierre edizioni Conversazione tra l’Autore e Toni Sirena (figlio di Tina Merlin)

foto: cementificio Fumane

VERSO LA MANIFESTAZIONE ... SABATO 16 NOVEMBRE (quasi definitivo)

Care e cari,
grazie a chi ha risposto con tempestività. Anche il 9 novembre ci è impedito per attività importanti di altri gruppi. A questo punto metterei come data definitiva sabato 16 novembre e non oltre.
Rimane l’incontro di sabato 19 ottobre alle ore 15.00 presso la sede di Beati i costruttori di pace a Padova per organizzare le modalità della manifestazione e le richieste politiche alla Regione.
Grazie
d.Albino Bizzotto

VERSO MANIFESTAZIONE REGIONALE

Comunicazione urgente a tutti i comitati, ai digiunatori e non.
Il 9 ottobre prossimo non ci recheremo alle sedi della Giunta e del Consiglio regionali perché saranno impegnati nella commemorazione del Vajont.
Ma per noi il motivo reale è un altro. In molti hanno espresso il desiderio di poter manifestare per l’ambiente di persona, assieme a tutti, in un giorno non lavorativo, possibilmente di sabato pomeriggio.
Che ne dite di trovarci il 9 novembre alle 14 a invadere pacificamente Venezia con ogni tempo e con molta creatività?
A proposito nel frattempo tiriamo fuori alcune frasi-slogan da spedire via mail, per lettera ai presidenti della Giunta regionale Zaia e del Consiglio Ruffato, contro grandi opere e project financing per dare la possibilità a chi vuole di partecipare anche in questo modo.
Vedrei bene un veloce giro di posta e per il 19 ottobre presso la sede dei beati un altro incontro su che cosa mettere a fuoco per gli obiettivi e le proposte politiche!
 Ciao, a presto
d. Albino

Cave a Valeggio e Gorgusello

venerdì 4 ottobre 2013

CORVI ERTO E CASSO

MAREZZANE NON SI TOCCA  domenica 6 ottobre ore 18 presso il teatro circolo Noi di San Pietro in Cariano. Vi aspettiamo

I corvi di Erto e Casso - Voci dal Vajont. La lettura è di una voce storica del teatro veronese: Celeste Sartori.

LA VALPOLICELLA NON SI TOCCA ...


MAREZZANE NON SI TOCCA... e si sposta

Penelope, la perturbazione in arrivo, ci impedisce di festeggiare “Marezzane Non si Tocca” all'aperto sulle colline e si sposta all'asciutto.
Quindi domenica 6 ottobre alle ore 18,00 presso il teatro del circolo Noi di San Pietro in Cariano, via don Oliboni:

"Dal digiuno contro il consumo del territorio un’occasione per il futurO" 
saranno presenti Luca Martinelli giornalista di Altreconomia (http://www.altreconomia.it/site/) e don Albino Bizzotto.
Letture di Massimo Totola e Cristina Patuzzo.

Alla fine proviamo a recuperare un po’ di festa con gustosa cena sempre presso il Noi di san Pietro in Cariano con l’immancabile riso all’amarone & C.(tipo gelato al pero miso…)

foto: area ex lonardi su cui è in atto una speculazione finanziaria e il primo tassello di una devastante nuova viabilità in Valpolicella


giovedì 3 ottobre 2013

giovedì 3 ottobre 18,00 piazza ERBE

2 ottobre 2013 - Nell'ambito di "Digiuno per il territorio" e nella ricorrenza del cinquantesimo del disastro del Vajont, Margherita Sciarretta legge pagine da "I corvi di Erto e Casso" di Armando Gervasoni.

mercoledì 2 ottobre 2013

DALLA SPECULAZIONE EDILIZA AI CORVI DI ERTO E CASSO

Il testimone della lettura passa  a Margherita Sciarretta che proporrà pagine da "I CORVI DI ERTO E CASSO", romanzo di Armando Gervasoni, sulla tragedia del Vajont del 1963, edito dalla veronesi GABRIELLI EDITORI
Conclusa l'apprezzata lettura della SPECULAZIONE EDILIZIA di Italo Calvino dal 2 ottobre

Termina la lettura della "Speculazione edilizia" di Italo Calvino leggono Cristina Patuzzo, Massimo Totola e Jacopo Totola

Calvino VI puntata - Leggono Cristina Patuzzo e Massimo Totola di "MAMAdanzateatro".

immagini: "l'ecoborgo si San Massimo (VR) targato curia

domenica 29 settembre 2013

LA MOBILITAZIONE CONTINUA

28 SETTEMBRE LA NON CENA PIAZZA ERBE e V° puntata Calvino letto da Paiola Carolina

DURANTE LA SETTIMANA PROSEGUONO NEL POMERIGGIO I BANCHETTI IN PIAZZA ERBE

immagine: tracciato nelle campagne veronesi della Tirreno-Brennero (TiBre)

giovedì 26 settembre 2013

INIZIAtTIVE

Fine settimana (28 e 29 settembre) di mobilitazione regionale. L'iniziativa attivata dal digiuno verrà portata in varie piazze venete. 
 A Verona si concretizzerà con una presenza sabato 29  fin dalle 11 in piazza Erbe e un momento collettivo (piazza erbe) alle ore 18,00. Continuerà in modo rafforzato la lettura di brani di Calvino. Ognuno si porti un piatto o segni per inscenare un sorta di sit-in creativo. Saremo in collegamento con le altre piazze venete.

STOP NEGRARIZZAZIONE appello

CA del BUE - 29 SETTEMBRE - infoPASSEGGIATA

6 ottobre - MAREZZANE
NON SI TOCCA


CALVINO IV puntata - legge TIZIANA LESO (Estravagario teatro)

Alle 18,20 di venerdì 27/9 c'è stata la diretta di Caterpillar (radio 2) con don Albino Bizzotto che tra le azioni in atto tra il 28-29/9  ha ricordato anche la nostra di Verona.

FAHRENHEIT

TERZA PUNTATA CALVINO - LEGGE ISABELLA (25/9)
25/9  alle 16.00, c'è stata la  diretta telefonica su "Fahrenheit" (Rai Radio3) su questa lettura legata a "Digiuno per il territorio"



In alto: ex caserma Passalacqua (Verona) festival del Residence della società coop. San Michele.

sotto:In due anni, dal giugno 2011 al giugno 2013, la Passalacqua è passata da 180 alberi "vetusti" a 180 sacchi di amianto "fantasmi"

mercoledì 25 settembre 2013

DIGIUNO CONTINUA...

Mentre prosegue in piazza Bra i banchetti e i digiunatori salgono lentamente ma progressivamente (siamo già in 80)
domani sera giovedì 26 settembre alle 21 troviamo presso la sede di  Legambiente in via Bertoni, 3 per fare il punto della situazione e programmare le iniziative per la prossima settimana.
Vi aspettiamo ricchi di idee.


foto: tracciato TAV a Verona (in alto) in Valpolicella in basso

venerdì 20 settembre 2013

LA SPECULAZIONE EDILIZIA in PIAZZE ERBE dal 23 al 28 settembre


BANCHETTO in piazza ERBE da lunedì 23 SETTEMBRE insieme con CALVINO

La settimana da lunedì 23 a sabato 28 settembre la nostra iniziativa vedrà un crescere di visibilità . E' stato programmato un banchetto in piazza Erbe (angolo piazza XIV Novembre) dalle 11 alle 19,30.
Ogni giorno alle ore 18,00 fino 18,30 è previsto
un momento di lettura pubblica 
"La  speculazione edilizia" di Italo Calvino           

Appuntamento quindi al banchetto.
E continuiamo con le adesioni, per ora in continua crescita.


giovedì 19 settembre 2013

NOTIZIA O EMERGENZA?

Comunicato Stampa
Notizia o emergenza?
Da lunedì 16 oltre 60  veronesi fanno a staffetta un digiuno per scongiurare un ulteriore scempio del territorio che le grandi opere, le grandi e piccole speculazioni edilizie stanno compiendo ai danni del paesaggio e del suolo del Veneto.
Hanno raccolto il testimone che don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati i Costruttori di Pace, ha lasciato, dopo i suoi 11 giorni di digiuno, ai cittadini di buona volontà che abbiano voglia di conservare quel territorio (sempre meno!) non ancora mangiato dal cemento. “Il Veneto – dice don Albino – è una delle regioni più attive al mondo nell’affaticare il pianeta”.
La cementificazione dei suoli riguarda innanzitutto i terreni più fertili della pianura veneta, mentre la costruzione di sempre nuove strade, autostrade, superstrade, svincoli, tangenziali hanno determinato una ulteriore frammentazione degli spazi destinati all’agricoltura e causano le sempre più frequenti esondazioni dei fiumi.
E’ stato un crescendo dagli anni ’80 in poi. Dai 72 milioni di metri quadrati di perdita di suolo agrario negli ’80, ai 97 milioni di mq degli anni ’90, ai 182 milioni di mq dal 2000 in poi. Ogni anno in Veneto sparisce una superficie equivalente ai Comuni di Legnago, S. Bonifacio, S. Martino Buon Albergo e Villafranca messi insieme, ovvero 50 campi di calcio al giorno.
Per quali bisogni?
Tra il 2000 e il 2010 a fronte di un incremento di popolazione di 429 mila abitanti, sono state costruite 367 mila nuove abitazioni per una popolazione di 1 milione di abitanti. Ci abitano le famiglie? No.  Secondo il censimento 2011 le abitazioni vuote risultano sfiorare quota 390 mila, il 16,6% del totale nel Veneto, una su cinque.
I capannoni vuoti sono circa il 20% del totale del  Veneto e la provincia di Verona conta quasi mille zone industriali e artigianali. E si conta di aprirne altre.
A cosa è servita questa marea di costruzioni?
Non ha dato una casa a chi ne aveva bisogno (e i prezzi restano sempre alti), non ha fermato la crisi delle produzioni industriali.  Insomma, il modello più case, più capannoni = più sviluppo non vale più. Ma la politica non lo sa o finge di non saperlo. Il mondo politico  è legato a una visione sorpassata, ma è legata anche a una imprenditoria che lucra quattrini sulle opere pubbliche.
L'inchiesta che ha portato agli arresti, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, di imprenditori, faccendieri e portaborse di primo piano, quali Piergiorgio Baita, Claudia Minutillo, William Colombelli, sembrano confermare quello che inchieste e denunce di associazioni e comitati ambientalisti vanno dicendo da anni: in Veneto ha funzionato un rodato sistema che attraverso la progettazione e esecuzione di grandi opere - di utilità dubbia ed enorme impatto ambientale - ha garantito la distribuzione di ingenti risorse pubbliche ad una ristretta cerchia di soggetti imprenditoriali.           A chi sono andati i 10 milioni di euro, pagati dalla Mantovani a fronte dell'emissione di fatture per lavori inesistenti da parte della sanriminese Bmc Broker di William Colombelli?
Quante opere pubbliche e private appartengono alla programmazione politica per un servizio alla popolazione e alla cura del paesaggio e quante invece rispondono allo sviluppo e al consolidamento di interessi di grandi gruppi della finanza e dell’economia?
Qualche politico di scarso cervello  ha detto che occorre digiunare per fare altre opere pubbliche. Noi rispondiamo  che l’economia può ripartire solo sec’è un’idea di riconversione ambientale dei trasporti: più treno, meno auto e quindi meno auto, meno spese per i pendolari; dei rifiuti: più raccolta differenziata e quindi meno discariche, più riutilizzo dei materiali, più occupazione (lo dimostra il caso di Ponte nelle Alpi); dell’energia e quindi più efficienza energetica,  meno spese di combustibili per le famiglie, meno importazioni di costoso gas, carbone e petrolio, più occupazione nella riqualificazione energetica delle case;
della cura del territorio e quindi  meno alluvioni, meno vittime, meno danni alle famiglie e alle imprese, più risparmio per lo stato; dell’agricoltura e quindi più recupero di terre incolte, più produzioni biologiche, meno prodotti chimici nei piatti, più qualità italiana da esportare.
Può bastare per  politici di vista corta che parlano guardando indietro nel tempo e non si accorgono, o fingono di non accorgersi, che proprio i settori dell’industria “verde” sono quelli che negli ultimi anni hanno dato più posti di lavoro ?
Ecco le ragioni di un digiuno che avrà dal 23 settembre un suo luogo simbolo in piazza Erbe, che culminerà, per ora, nella manifestazione sotto la sede della Giunta Regionale a Venezia il 9 ottobre prossimo, 50esimo anniversario del Vajont, la prima opera distruttrice di un cinquantennio da dimenticare.

foto:   Bovolenta, Caldogno, Casalserugo, Padova, Ponte San Nicolò, Monteforte d’Alpone, Soave, Veggiano, Vicenza alluvione novembre 2010


mercoledì 18 settembre 2013

DIGIUNO PERCHE'

Digiuno per lo spreco di risorse e territorio che si avrà in Valpantena con la variante all'SP6. Era sufficiente adeguare il tracciato attuale e realizzare una rotonda a Quinto Sud e un sottopasso a Poiano Nord, realizzando una ciclabile da Quinto alla Tangenziale est. Invece si spendono almeno 19 milioni di euro, si sposta il Progno, si asfalta nei pressi di un pozzo per l'approvvigionamento idrico e probabilmente non si otterrà nemmeno il risultato voluto.
Roberto Fenzi



Io digiuno perché oltre alla cementificazione del territorio in Veneto, a Verona si spaccia per aree verdi la costruzione di aree ricreative nell'area della Spianà quali campi da golf, nuova edilizia senza lasciarli come natura crea, come fanno nei paesi oltr'alpe e come nel parco Tivoli a Lubiana...  
Inoltre nessuno pare interessato alle migliaia di morti causate dallo smog nella sola città di Verona
http://www.nomisma.it/uploads/media/Executive_Summary_Green_Economy_Finale.pdf
, oltre all'ostinazione di NON voler controllare gli impianti di riscaldamento e NON attuare una politica di riduzione delle polveri, come d'altronde segnalato da una ispezione dei Carabinieri del NOE di Villorba
http://commons.wikimedia.org/w/index.php?title=File%3APM10_Tribunale_Verona_795-11_ignoti_PM_SACHAR_archiviato_4-5-2011.pdf&page=2
e dalla procedura d'infrazione della Comunità Europea intentata all'Italia anche nell'area veronese
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/1586&format=HTML&aged=1&language=IT&guiLanguage=en%20http://europa.eu%20IP/10/1586 
Saluti da Paolo Villa,  Verona.



Foto del 22 ottobre 2011 - più di 5000 persone in piazza contro inceneritore di Ca del Bue

TAM TAM... stampa


CORRIERE VENETO 12 SETT 2013

LA STAMPA 17 SETT 2013

su iniziativa veronese
VERONA SERA 18 SETT 2013

VERONA IN adesione e articolo 18 SETT 2013
VERONA IN inchiesta ASFALTO E CEMENTO 13/3/2012




interventi previsti ad Arbizzano dal Piano Intereventi ennesimo esempio della devastazione programmata dai singoli PAT comunali

venerdì 13 settembre 2013

DA LUNEDì 16 STAFFETTA DIGIUNO - SCIOPERO DELLA FAME ANCHE A VERONA

LUNEDì 16 SETTEMBRE
INIZIA ANCHE A VERONA
LA STAFFETTA VENETA
DI DIGIUNO - SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LE GRANDI OPERE, PER UNA MORATORIA IN DIFESA DEL TERRITORIO


E’ l’emergenzialità dell’assalto al territorio veneto (i cui dati sono stati ben richiamati nell’intervento di don Bizzotto al Consiglio Regionale del 3 settembre 2013 –vedi blog), alla base dell’azione di sensibilizzazione e protesta.
Un consumo di territorio che stravolge i paesaggi e che è evidente e comprovata causa di dissesto e talvolta disastro idrogeologico.
C’è urgenza di una presa di coscienza culturale, sociale, economica, religiosa  e politica seguita da azioni precise.
L’altro ieri a Longarone il  presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ha dichiarato «In questo Paese abbiamo bisogno di costruire meno strade e di realizzare più opere di prevenzione idrogeologica». «La vera sfida di civiltà per un territorio è quella di mettere in sicurezza i propri cittadini. Credo non sia facile districarsi a Roma su queste partite - ha concluso Zaia, rivolto ad ministro Orlando - ma noi crediamo che il dissesto idrogeologico sia la vera partita da giocare». (Ansa)
La prima richiesta è quella di una moratoria regionale. Ora. Subito.
Le adesioni al digiuno sono aperte.
Per info scrivere a digiunoterritorio@gmail.com (dal comunicato stampa)


In alto una veduta virtuale della pista dell’autodromo del Veneto  nei comuni di Vigasio e Trevenzuolo
100 ettari destinati all’autodromo 
36 al parco divertimenti;
230.000 mq per le residenze
500.000 mq per il parco tecnologico ,
oltre a hotel, aree commerciali e motor show room per un totale di 1 milione di mq
 e 7 milioni di mc di costruito,
 che viene annunciato come ecosostenibile!!!!

QUASI UN MANIFESTO - INTERVENTO AL CONSIGLIO REGIONALE VENETO di don Albino Bizzotto il 3 settembre 2013


discarica Ca' Filissine e cava Ca Cerè - Pescantina (VR)




INTERVENTO AL CONSIGLIO REGIONALE VENETO 
di don Albino Bizzotto il 3 settembre 2013

[…]
Il mio digiuno è partito alla chetichella la sera di ferragosto, ma è stato come avessi levato il tappo a una bottiglia.
Esiste una sofferenza diffusa per quanto concerne le scelte ambientali. Non avrei mai pensato che il digiuno sarebbe stato scelto come modo di impegnarsi per l’ambiente e per sensibilizzare la popolazione.
Vengo al mio percorso.
Quello che mi ha scioccato da due anni a questa parte sono due dati uno generale e uno locale.

1.Il pianeta.
Cito:Ci troviamo di fronte a una svolta nella storia del pianeta, in un momento in cui l’umanità deve scegliere il suo futuro (…) La scelta sta a noi: o creiamo un’alleanza globale per proteggere la Terra e occuparci gli uni degli altri, oppure rischiamo la distruzione, la nostra e quella della diversità della vita”. Ho citato dalla “Carta della Terra”.

Le due principali fonti di distruzione:
a)la macchina di morte della tecno-scienza: armi nucleari, chimiche e biologiche (25 modi diversi per distruggere l’umanità)

b)il caos che abbiamo creato nel sistema Terra e che si manifesta attraverso il riscaldamento globale. Negli ultimi 5 anni si sta registrando, non solo il disgelo delle calotte polari, ma anche lo scioglimento del permafrost, il suolo perennemente ghiacciato del Canada e della Russia, con l’immissione in atmosfera di milioni di tonnellate di metano, che è 23 volte più dannoso dell’anidride carbonica per l’effetto serra. L’ossido nitroso, liberato dai fertilizzanti è 40 volte più distruttivo.
Secondo l’ultimo rapporto ONU di valutazione degli Ecosistemi del Millennio, dei 24 elementi che sono fondamentali per la vita, 15 registrano un elevato grado di degenerazione; il pianeta è esausto, la madre Terra ha raggiunto il limite di sopportazione.

Il 20 agosto scorso l’umanità ha esaurito le risorse naturali che aveva a disposizione per l’intero 2013; in meno di 8 mesi sono state consumate le riserve di cibo (vegetale e animale), acqua e materia prime che sarebbero dovute bastare fino al 31 dicembre, immettendo nell’ambiente (suolo, fiumi, mari, atmosfera) una quantità di rifiuti e inquinanti superiore alla capacità di smaltimento del pianeta.

Questi dati, probabilmente noti a molti di voi, li sentite come una notizia pur importante o come una emergenza reale?

E se è vera emergenza va affrontata direttamente e subito, o dobbiamo aspettare che tutti siano d’accordo per partire?

Quelli forniti non sono sentimenti, sono dati.
Questo mondo in cui siamo cresciuti è finito, la crisi sta imprimendo un velocità imprevedibile.

Qualcuno pensa che in qualche modo la crescita sarà una via d’uscita?

Questa crisi non è solo economico - finanziaria, è entropica.
Il pianeta così come stanno le cose, oggettivamente non ce la fa più.

2.Vengo al secondo dato: il Veneto.

La mia origine è stata segnata dall'appartenenza alla Terra. I miei genitori, che vivevano da fittavoli in una grande famiglia patriarcale, hanno scelto di passare a una condizione di mezzadri pur di crescere una famiglia come sembrava loro giusto. La penultima categoria della società, dopo c’erano i braccianti.

Devo confessarvi che i dati riguardanti il consumo di suolo nel Veneto per me sono stati alla base della decisione del digiuno, perché sono direttamente collegati a quanto riferito sopra sulla situazione globale.

Il Veneto è una delle Regioni più attive nel mondo nell'affaticare il pianeta.

C’è stata una crescita esponenziale delle infrastrutture viarie e delle urbanizzazioni, una crescita indifferente alla storia, alla natura dei luoghi e ai valori del paesaggio veneto, accompagnata dalla polverizzazione delle imprese diffuse ovunque, che hanno comportato la dispersione insediativa e la conseguente congestione delle infrastrutture della mobilità.

La cementificazione dei suoli riguarda quindi anche i terreni più fertili della pianura veneta, mentre la costruzione di sempre nuove strade, autostrade e superstrade, svincoli e tangenziali hanno determinato una ulteriore frammentazione degli spazi destinati all’agricoltura.

È stato un crescendo dagli anni 80 in poi: dai 72 milioni di mq all'anno di perdita di Suolo Agrario Utilizzato degli anni Ottanta, ai 97 milioni mq/anno negli anni Novanta, ai 182 milioni mq/anno dal 2000 in poi.

Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno.

Tra il 2000 e 2010, a fronte di un incremento della popolazione di 429.274 abitanti, sono state costruite 367.354 nuove abitazioni per una popolazione di 1 milione di abitanti.

Il Veneto così risulta la regione più cementificata d’Italia. Un modello di sviluppo la cui insostenibilità viene evidenziata anche dai dati relativi all’impronta ecologica dei suoi abitanti .
Nel 2009 al Piano Regionale di Coordinamento (PTRC) si riscontra che, a fronte di una media nazionale pari a 4,2 ettari pro capite/anno, l’impronta ecologica degli abitanti del Veneto è pari a 6,43 ettari pro capite/anno. Cioè per sostenere i consumi e assorbire l’inquinamento di ogni abitante veneto sono necessari 6,43 ettari di terreni “biologicamente attivi”. Ma la “ bio-capacità ” del Veneto è pari a 1,62 ettari/abitante, quindi un “deficit ecologico” di 4,81 ettari pro capite/anno; deficit finora compensato con lo sfruttamento di risorse di altre regioni e continenti, ma che è facile prevedere, con la rapida crescita economica di Paesi emergenti, non sarà più praticabile in un prossimo futuro.

Il Veneto già oggi non ha l’autosufficienza alimentare.

So che conoscete bene i dati che vi ho esposto. Ma averli tutti davanti rimane comunque indispensabile per guardare a quello che stiamo facendo e cercare di trovare risposte per andare avanti.
Sono cifre che basta conoscere o cifre che ci impongono una svolta?

È in emergenza reale anche il Veneto o si trova soltanto in una situazione un po’ critica?

Al camper durante il digiuno erano appesi i 30 progetti iniziati o in partenza di strade e autostrade, i vari poli ospedalieri e le opere marittime.
Non c’erano Veneto city – Tessera city – Motor city – né le cave, le discariche (a parte quella di Vianelle) le centrali idroelettriche, a biogas, a biomasse, né i dati rispetto alla fragilità idrica del territorio e all’inquinamento dell’aria.
La pianura padana è una delle zone più inquinate e inquinanti d’Europa .
E pensare che a livello comunitario al 2050 dovremo ridurre del 70% il consumo energetico nei trasporti rispetto al 2009 e ridurre del 60% le emissioni di gas climalteranti rispetto al 2008!

Un documento della Chiesa italiana del settembre 2012 è intitolato “Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della Terra” e testualmente dice: “Ritessere l’alleanza tra l’uomo e il creato significa anche affrontare con decisione i problemi aperti e i nodi particolarmente delicati, che mostrano quanto ampie e complesse siano le questioni legate all’intreccio tra realtà ambientale e comunità umana”.

Accanto all’annuncio infatti, è necessaria anche la denuncia di ciò che viola per avidità la sacralità della vita e il dono della Terra”.

E continua: “L’ambiente naturale non è una materia di cui disporre a piacimento, ma un’opera mirabile del Creatore, recanti in sé una grammatica che indica finalità e criteri per un uso sapiente, non strumentale e arbitrario.”

Veniamo tutti da un pensiero unico e cioè che lo sviluppo e la modernità ruotano attorno alla centralità dell’economia e della finanza, per cui anche il futuro si apre se saremo capaci ancora di crescita quantitativa.
Direi che siamo prigionieri, chi più chi meno, di questa concezione.

A chi di noi è mai venuto in mente di prendere sul serio il punto di vista della Terra e dei suoi diritti, l’organismo vivo che fornisce gli elementi della vita a tutti gli altri esseri, viventi, noi compresi?

Mettiamoci con sincerità davanti a tutte le opere pubbliche e private, Mose compreso.
Quante appartengono alla programmazione politica per un servizio alla popolazione e alla cura del paesaggio, quante invece rispondono allo sviluppo e al consolidamento di interessi di grandi gruppi della finanza e dell’economia?

Vedete come i conti non tornano per gli enti pubblici, né a livello nazionale né a livello degli Enti locali.
Sono sempre meno le risorse a disposizione.

Eppure tanti privati si offrono a investire; per chi? Per il bene comune?

Si fa sempre più ricorso al project financing pensando a benefici pubblici: un assunto del tutto falso. I privati realizzeranno le opere solo se l’Amministrazione pubblica si impegna a coprire i costi, anche qualora gli investimenti fossero maggiori del previsto o il traffico (nel caso delle opere viarie) minore del previsto.
Dunque per i privati proponenti, rischio zero e guadagno certo. Per la collettività, utilità incerta e altissimo rischio di costruzione di un debito differito di ingenti proporzioni, addossato alle future generazioni. Questo è il nodo centrale, questo è il futuro. Progetti partiti in tempi ormai lontani e che non rispondono né ai servizi veri per la popolazione, né al restauro e alla bellezza del territorio e del paesaggio.

Andando di questo passo non vi pare che di usufruibile gratuitamente da tutta la popolazione non rimarrà più niente neanche spostarsi da una località all’altra?

Sono in programma anche campi da golf, naturalmente con villette attorno e solo per ricchi….

Sto pensando al recupero fatto nelle città medioevali dell’Umbria, della Toscana, delle Marche. A tutti noi si allarga il cuore per questi scrigni recuperati e conservati di città e borghi.

Perché deprezziamo il Veneto così ricco di arte, di gioielli disseminati ovunque e spesso ormai abbandonati, con bellezze naturali ineguagliabili e produzioni agricole di pregio?

Nostalgia rivolta al passato o valore aggiunto per il futuro?

Perché il territorio e il paesaggio in quanto tali non diventano il centro di interesse collettivo, capace di attirare gli investimenti necessari per mettere in sicurezza il sistema acqua bene comune, invece di fare le scelte più impattanti, mettendo a rischio le falde e le ricariche e rubando suolo alle coltivazioni?

Perché non è possibile un piano trasporti integrato ferrovia-strade a partire dai bisogni della popolazione, che si sposta sempre più con i mezzi pubblici per necessità, invece di privilegiare solo la fetta ricca della società, con TAV e fantomatici corridoi, che esistono solo nella testa di alcuni politici, ma certamente non nella realtà né all’est né all’ovest dell’Italia? Eppure una pioggia di miliardi.

Perché non consolidare e rendere più efficiente e meglio coordinato l’esistente con un’occupazione costante?

Sappiamo tutti che ci sono molte falle di trasparenza e di legalità, conflitti di interessi in atto, non solo per il Mose. È una questione morale ineludibile, anche per il rischio ormai documentato di infiltrazioni mafiose.
Quanto avvenuto con gli ingegneri Baita e Mazzacurati non è un incidente di percorso; è la creazione e il funzionamento di un sistema di corruzione ramificato e stabilizzato.

Ho domandato ormai a tutti; nessuno mi ha fornito una risposta.
Perché né ai parlamentari, né ai senatori, né ai consiglieri regionali è stato finora possibile accedere ai dati riguardanti il piano economico di un’opera pubblica della portata dell’autostrada pedemontana veneta?
È un’opera pubblica; dovrebbe essere un diritto poter accedere agli atti.

Ci sono due sentenze del TAR consolidate rispetto al mantenimento del commissario Silvano Vernizzi, che personalmente non conosco e che può essere la persona più straordinaria di questo mondo, ma che di fatto ricopre ruoli (presidente Veneto Strade e responsabile delle valutazioni del VIA) che comportano evidente conflitto di interessi. Sapete che dopo le sentenze del TAR e il decreto del Governo Monti di riconferma del commissario si è aperta una eccezione di costituzionalità che finirà alla Corte Costituzionale. Penso sarebbe più onorevole per tutti, prima di tutto per l’istituzione regionale, mantenere il controllo e la vigilanza in corso d’opera invece che dover affrontare amare sorprese con perdita secca di credibilità a opera compiuta! Sarebbe veramente triste pensare che il palinsesto e il calendario della politica debbano dipendere dalle sentenze dei tribunali.

C’è un altro problema cruciale: il lavoro. Da sempre viene riproposto solo con le grandi opere pubbliche o private, con i grandi investimenti ad alto impatto ambientale e con ricavi esclusivamente a vantaggio dei privati. Sapete che c’è molta propaganda per giustificare scelte, che non sono per il bene della collettività. Ci sono esempi ormai eclatanti di modalità di lavoro diffuso, che concilia maggior risparmio e maggiore occupazione.
Faccio un semplice esempio. Con un miliardo di euro di investimento in raccolta differenziata spinta (porta a porta) e riciclo, si creano 200 mila posti di lavoro permanente. Per gestire la stessa quantità di rifiuti con l’incenerimento il costo si aggira sui 15 miliardi di euro con 3000 occupati.
Per l’occupazione, con la stessa spesa, c’è un rapporto di 1 a 1000 senza ricorrere a grandi opere. È quanto avvenuto a Ponte nelle Alpi: riciclo oltre il 90%; costo smaltimento rifiuti da 475.000 euro/anno a 40.000;  occupazione da 5 operai a 13; con soddisfazione dei cittadini.

Oltre al Presidente di questo Consiglio regionale al camper del digiuno sono venuti altri rappresentanti politici di vari partiti. Mi sembra di capire che la linea sia quella di portare a termine quanto approvato e poi, un po’ alla volta rivedere programmi e progetti.
Siamo di fronte a un impoverimento della popolazione sempre più veloce e diffuso.

Partiamo dalle opere o partiamo dalle persone per affrontare la crisi?

Non è problema di poco conto, sia per riorganizzare i servizi sociali nei singoli Comuni, che quelli sanitari e ambientali.
Una volta detto alle persone che sono esauriti i fondi per l’assistenza, non sono risolti i problemi, anzi. Rischiamo a breve di trovarci con una società a due velocità e con il rischio di conflitti sempre più forti per le necessità dei più poveri.

Per questo vi supplico di esercitare la vostra responsabilità umana e istituzionale verso tutti i cittadini: a partire dal riconoscimento dell’emergenza sociale e ambientale del Veneto (siamo in una crisi entropica e non solo strutturale) diamo un segnale di grande discontinuità con una moratoria su tutte le opere pubbliche e private che comportano un’ulteriore sottrazione di suolo coltivabile e una devastante colata di cemento e asfalto, snaturando ancora di più la realtà e la vocazione agricola del Veneto.

Infine una parola sui comitati. Da anni con Radio Cooperativa ho avuto modo di seguirne le vicende.
Generalmente si tenta di liquidarli tacciandoli di negatività fine a se stessa.
Devo confessare che, mai come in questi anni, i comitati hanno sviluppato competenze tecniche e giuridiche e soprattutto sono stati aperti al dialogo, se viene accettato, per offrire alternative. Tante volte mi sono domandato perché non venga preso in considerazione la ragionevolezza delle loro proposte, sapendo che nessuno di loro lavora per interessi privati o particolari.
Per me sono le sentinelle e i parafulmini della società e della Terra. Veramente la passione per il bene comune ha guidato in questi anni la loro attività e la loro dedizione. Se la vitalità della democrazia si misura dalla partecipazione attiva alle scelte importanti per tutti, dobbiamo ai comitati grande riconoscenza.
Vi prego di accogliere quanto esposto non come una pretesa, ma come una preghiera pressante.
Di nuovo grazie per avermi accolto e ascoltato.