I PARCHEGGI DI FRONTE ALLA FIERA.
La giunta comunale di Verona
sta sciupando, anzi ha già sciupato,
l’opportunità di progettare una porzione di città, la cosiddetta Verona
sud, che avrebbe potuto aumentare la qualità urbana dell’intero territorio
cittadino.
Il tentativo di scorporare
l’area di Verona sud dal resto del territorio veronese per considerarla come la
zona di maggiore attrattiva per le attività speculative, era iniziato negli
anni ottanta e definito con il famoso piano Barbin, quando la città era
governata dalla D.C. e dal P.S.I.; proseguito poi durante le due
amministrazioni Sironi e nella prima amministrazione di centro sinistra guidata
dal sindaco Zanotto; la giunta Tosi - Giacino ha concluso, peggiorandolo, un vecchio disegno speculativo.
Da un primo e sommario calcolo
si evince che saranno realizzati complessivamente sull’intera zona, circa
quattro milioni di mc, di cui circa un milione di edifici residenziali e circa
tre milioni tra direzionale, commerciale e alberghiero.
Nessun intervento è stato
ipotizzato per migliorare e riequilibrare la qualità urbana della zona, ma solo
per fare cassa. Nella stessa area del deposito merci delle Ferrovie, dove si
potrebbe realizzare un grande parco urbano, con benefici ambientali e climatici
e servire come elemento di ricucitura tra le zone sud ed ovest della città, si
ipotizzano nuove strade, nuovi parcheggi e nuove costruzioni. Come sostiene Sergio Mantovani, va tenuto
conto che il quartiere vanta un credito di 300.000 mq di verde, ottenuto con le
licenze edilizie. Si perde l’opportunità di realizzare un parco per costruire parcheggi
che già esistono di fronte alla fiera, ma che la politica urbanistica del duo
Tosi – Giacino, intende ridurre per permettere la realizzazione di un nuovo
polo commerciale di 8.500 mq.
La zona della fiera avrebbe
bisogno di essere decongestionata e non aggravata di altro traffico.
Ancora una volta si è voluto
accogliere la richiesta di un gruppo privato, senza considerare la complessità
dell’intero territorio comunale con le relative esigenze e necessità.
Anziché redigere un piano cui
i differenti operatori si sarebbero dovuti adeguare; la pubblica
amministrazione ha preferito accogliere le varie richieste dei privati,
realizzando una sorta di eterogeneo abito di arlecchino, che in futuro
procurerà parecchi squilibri al territorio. In quinta circoscrizione, l’87% del
totale delle aree nel Piano degli Interventi, per quasi 435.000 mq, sono
commerciali. Sono previsti centri commerciali alle ex Cartiere, alla Manifattura Tabacchi, alle Officine
Adige, all’ex Biasi con l’Ikea, alla Palazzina
e in altre zone della quinta circoscrizione.
Nel momento in cui si è deciso
di lasciare la fiera nella sua sede attuale, sarebbe stato necessario dotarla di
spazi e di servizi adeguati per permetterle di essere competitiva con le altre
sedi nazionali ed europee. Il rischio è di perdere manifestazioni importanti come il Vinitaly.
Queste scelte non sono
giustificate neppure dall’esigenza di fare cassa. Gli errori e gli eccessi saranno
pagati in futuro dalla collettività in modo più gravoso e pesante di quanto il
Comune abbia incassato.
L’assessore sostiene che solo un
terzo dell’area, 8.500 mq, sarà ceduto, ma non considera tutto il flusso di
traffico che un altro polo commerciale attirerà
di fronte alla fiera. Il consigliere Bertucco ha fatto notare che in tutta
la provincia di Verona, attualmente, le aree commerciali occupano 144.000 metri
quadri e che nella sola Quinta Circoscrizione, quella di Verona sud, il Piano
degli Interventi ne prevede adesso altri 432.233.
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